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"Papà ritornò il 4 settembre 1945. In famiglia non amava rievocare i suoi giorni nei lager; si gettò a capofitto a scrivere: i lager gli avevano fatto scoprire l'importanza della libertà. Per comprendere mio padre, basta leggere quanto scrive nel suo diario clandestino: "Là, in quella malinconia, ognuno di noi si spogliò dei suoi panni e rimase nudo. E si mostrò quello che veramente era. E ognuno era stimato per quello che faceva. Per quasi due anni abbiamo vissuto nella democrazia dei galantuomini, non abbiamo vissuto come bruti, non abbiamo dimenticato mai di essere uomini civili, uomini con un passato e un avvenire. Il mondo ci ha dimenticati; ascoltammo milioni di parole in ogni lingua... non sentimmo mai una parola per noi nella nostra lingua"